Autore: Luca Mercalli
Presidente della Società Meteorologica Italiana
Anno: 2011/12

Etica e tecnologia, insieme, per fermare il riscaldamento globale

Il clima cambia, e sembra una questione da poco. In classe è difficile accorgersene, in città in genere il contatto con la realtà del pianeta Terra è offuscata dal cemento, dal bozzolo confortevole della casa, dalla macchina, che giri una manopola e si scalda o si raffredda. Ma fuori, in campagna, i viticoltori fanno i conti con un anticipo mai visto delle vendemmie e un vino robusto, che sa sempre più di meridione; e in montagna i ghiacciai diminuiscono a vista d’occhio, da fine Ottocento ne abbiamo perso la metà della superficie. I termometri degli osservatori meteo dicono che la temperatura è aumentata di circa un grado nell’ultimo secolo. E la causa è ben identificata: il biossido di carbonio, sì, quello che si studia nelle ore di chimica, CIO-DUE, è passato dalle 280 parti per milione di un secolo fa alle attuali 393. E continua ad aumentare via via che si brucia carbone nelle centrali elettriche e petrolio nelle auto, e gas nelle case. Un litro di benzina emette circa 2,4 kg di CO2. Quelle finestre aperte in classe in pieno inverno, quelle luci inutilmente lasciate accese, sono sprechi di energia e fiotti di CO2 che vanno in atmosfera. Sembra una questione da poco, ma chi oggi siede su un banco di scuola, subirà per gran parte della sua vita i guasti inediti del riscaldamento globale.
Da due a oltre quattro gradi in più a fine secolo. Livello del mare in aumento.
Siccità più frequenti, alluvioni più intense. Non è una questione da poco! Da queste condizioni dipenderà la possibilità di mantenere o perdere l’attuale livello di benessere. Da quanta CO2 emetteremo nei prossimi anni, dipenderà se la temperatura aumenterà di poco o di tanto. Meglio poco che tanto. Quindi ci sono spazi di manovra. Ma bisogna agire subito, a cominciare dalla casa e dalla scuola. Energie rinnovabili, efficienza energetica, risparmio e sobrietà. Adesso o mai più, come per ogni malanno: la prevenzione ha senso se fatta al momento opportuno, quando la malattia si è scatenata non serve più, tocca solo subire e adattarsi, se si può. La scuola ha a questo proposito – e come sempre nelle grandi questioni di principio – un importante e insostituibile ruolo. Deve fornire gli elementi conoscitivi del più complesso problema mai affrontato dall’umanità, e deve fornire gli strumenti etici e tecnologici per trovare le soluzioni. Avanti, c’è da fare! E ci sono anche tante nuove professioni dove iniettare competenza ed entusiasmi: dalla ricerca sul cambiamento globale alle applicazioni tecnologiche delle energie rinnovabili. Per questo tutti i docenti sono chiamati a confrontarsi con questo obiettivo vasto, pluridisciplinare e in continua evoluzione, che non fa ancora parte dei programmi didattici ufficiali. Pochi paragrafi sulle pagine di scienze, spesso non aggiornati o scarsamente approfonditi. Ci vorrebbe invece la lezione di sostenibilità ambientale, di cambiamenti climatici, di uso razionale delle risorse energetiche e di riciclo dei rifiuti.