Intervista a: Massimo Zennaro
Direttore Generale Dipartimento per lo studente MIUR
Anno: 2009/10

Nel 2007 il Ministero della Pubblica Istruzione ha varato un piano per il Ben…essere dello studente: un’opportunità originale che ha indicato – nel rapporto alimentazione/movimento dei ragazzi – il comportamento sul quale concentrare le azioni della scuola e delle comunità.
Quali sono le prime valutazioni sulla ricaduta della campagna a livello nazionale?
Il Piano scade nel 2010: il Ministero prevede di proseguire con un’ulteriore proposta per le scuole sul tema alimentazione-salute?

Il Piano Nazionale del Benessere ha costituito un efficace esempio di strategia interistituzionale, che ha coinvolto gli altri Ministeri interessati, Associazioni ed Enti operanti sul territorio per avviare, attraverso progetti nelle scuole, un’azione di prevenzione e sensibilizzazione di alunni, docenti e genitori sui temi più delicati del disagio giovanile, tra i quali ovviamente quello di un’alimentazione corretta, nel quadro generale di uno stile di vita positivo. Le iniziative messe in campo sono: il progetto finalizzato a un maggior consumo di frutta nelle scuole, condotto in via sperimentale su tre regioni (Lazio, Emilia Romagna e Puglia) e che ha previsto anche azioni di formazione nei confronti di docenti e famiglie; la realizzazione di una Giornata Nazionale del Benessere in tutte le regioni con la presentazione e la premiazione dei migliori progetti delle scuole; una campagna di sensibilizzazione sui temi della corretta alimentazione diffusa su tutte le classi del mondo della scuola. I risultati del monitoraggio effettuato sono positivi, sia per i soggetti coinvolti sia per la qualità delle azioni formative e informative con messaggi di contrasto dei media e della pubblicità, che spesso indirizzano l’alimentazione dei ragazzi su prodotti di facile consumo che, sovente, determinano negli adolescenti squilibri dietetici, con gravi ripercussioni e patologie croniche in età adulta. Anche quest’anno il Ministero ha posto al centro della sua attenzione il problema dell’educazione alla salute, promuovendo il progetto Scuola e Cibo per avviare, dal prossimo anno scolastico, un’azione di prevenzione e sensibilizzazione. Un’attenzione particolare sarà inoltre dedicata alla formazione dei docenti, all’informazione dei ragazzi sul significato di una alimentazione equilibrata, sulle proprietà organolettiche e nutrizionali dei prodotti della dieta mediterranea.

Scuola e consumi alimentari oggi sono strettamente correlati; nell’ambito dei Programmi di educazione alla cittadinanza, come si intende affrontare il compito ormai urgente dell’educazione alimentare, in una cornice generale in cui il tempo scuola si riduce?
Anche con le recenti innovazioni legislative e ordinamentali, intervenute in particolare nella scuola primaria, continuerà l’educazione alimentare. Questa va vista in ottica interdisciplinare, per cui ogni materia del curricolo contiene significativi riferimenti all’educazione alimentare: si pensi alla geografia e alla riscoperta delle tradizioni regionali in tema di alimentazione, alle scienze e allo studio dei componenti e delle sostanze attive in un’alimentazione corretta, alla storia dell’alimentazione a partire dalle culture più lontane. I Piani dell’offerta formativa di ogni singola scuola autonoma contribuiranno come sempre a realizzare visite didattiche e approfondimenti sul tema.

Dieci anni fa si diceva che i bambini non avevano mai visto un pollo. Oggi le provenienze del cibo e le geografie degli alimenti che arrivano sulla nostra tavola sono sempre più articolate e gli stessi genitori talvolta non “conoscono” le materie prime; ci sono prospettive per un futuro alimentare “consapevole” dei ragazzi e delle loro famiglie?
Tutte le azioni fin qui condotte e quelle in corso di programmazione hanno come fine la formazione nei giovani e nelle famiglie di una diversa consapevolezza per scelte ragionate sui prodotti da consumare, sul valore di una dieta complessiva corretta, sull’esigenza di prevenire i disturbi tipici dell’età adolescenziale quali l’obesità, la bulimia o l’anoressia. La scuola è la sede istituzionale privilegiata per diffondere questo messaggio. Il ruolo dei docenti e delle famiglie è fondamentale per una buona informazione, per fare in modo che ciò che viene appreso a scuola non venga vanificato a casa.

La percentuale di ragazzi stranieri nelle classi fa dell’Italia un paese in trasformazione, impegnato a misurarsi con il cambiamento. In che modo l’alimentazione e la sua storia possono contribuire a far crescere una nuova identità alimentare nazionale?
La presenza sempre crescente di alunni stranieri nelle nostre scuole aumenta la necessità di un’azione di integrazione incisiva. Il rispetto di una cultura diversa passa anche attraverso la conoscenza delle abitudini alimentari degli altri paesi. Tuttavia la dieta mediterranea, universalmente riconosciuta e apprezzata a livello internazionale, può contribuire a creare le premesse di una effettiva integrazione degli alunni stranieri. Per questo la scuola ha il compito di informare sulla ricchezza e genuinità dei nostri prodotti alimentari e sulle loro proprietà benefiche per la salute dei giovani e in prospettiva delle nuove generazioni.