Autore: Stefano Oliviero
Docente di Storia dell’educazione e Storia dei processi formativi – Università degli Studi di Firenze
Anno: 2016/17

Nel corso degli ultimi trenta, quarant’anni il concetto di consumo (come pure il modo di studiarlo e di interpretar – lo) è cambiato significativamente abbandonando l’esclu – siva accezione negativa che a lungo lo ha caratterizzato (consumare=sprecare) per assumere invece un carattere polisemico. Consumare non interessa solo l’atto di acquisto di un bene materiale, ma anche il desiderio, l’utilizzo, la trasforma – zione in rifiuto e il riciclo di un oggetto che può essere materiale come immateriale; può essere ad esempio un alimento o un servizio sociale, un indumento o uno spet – tacolo teatrale o cinematografico e così via. Una varietà di declinazioni, talvolta molto distanti fra loro, ma che insie – me definiscono il fenomeno del consumo nella sua com – plessità. Il consumo, in sintesi, determina e ha determinato le identità individuali e collettive, le classi sociali, i generi e le generazioni. Quindi, se gli oggetti che ci circondano e il consumo di beni materiali e immateriali contribuiscono a definire ciò che siamo, consumare è un processo formativo e come tale andrebbe interpretato, ovvero andrebbe cambiata prospettiva: dall’educazione al consumo al consumo come educazione. In altre parole, il consumo è una categoria formativa perché consumare forma la persona.
Le attività di Coop con le scuole, fra le prime in Italia nell’educazione al consumo, sono nate oltre trent’anni fa per certi versi supplendo a una lacuna delle istituzioni scolastiche, lacuna peraltro ancora parzialmente da colmare.
La sfida di Coop per la Scuola oggi è quella di trovare una formula per innovare le proposte e integrarle con la scuola che cambia, dunque una prospettiva diversa sul rapporto fra educazione e consumo potrebbe esser di aiuto per sperimentare nuove strade, ma anche per reinterpretare ottimi percorsi, come quelli presenti in questa guida, già collaudati.
Le attività di Coop con la Scuola potrebbero così muoversi ed esser rilette anche sul consumo come categoria formativa e passare così dalla promozione di percorsi di educazione al consumo consapevole e critico a percorsi in cui si acquisisce consapevolezza sul potere e sul valore formativo del consumo, quindi concorrere allo sviluppo di quel senso critico che è una delle principali finalità della scuola, indispensabile per realizzare il pieno esercizio della cittadinanza previsto dalla nostra Costituzione.
Se infatti il consumo ha assunto un carattere pervasivo nella società attuale, un fenomeno che interessa tutte le stagioni e le età della vita e, quindi, ogni luogo formalmente o informalmente educativo, formare i cittadini significa anche formarli ai consumi a partire dalla scuola, agenzia formativa ancora centrale che educa in modo diretto (con i percorsi e le attività didattiche) e indiretto (con gli atteggiamenti, le pratiche, i momenti ludici…); così appare urgente e necessario, dopo oltre trent’anni, continuare e rinnovare questo impegno di Coop.